CHI SONO

Giulia Simioni

dott.ssa ostetrica

Con Te, in studio e a domicilio

Giulia Simioni

dott.ssa ostetrica

Con Te, in studio e a domicilio

Perché la scelta di diventare un’ostetrica?

Negli anni questa risposta è cambiata, a mano a mano che scoprivo parti del mio essere grazie a tutte le esperienze di lavoro personale che ho fatto.
Qualche anno fa pensavo di essere diventata ostetrica perché mia madre, in occasione delle visite in ospedale a parenti malati, mi faceva visitare sempre il reparto del nido dove ci perdevamo a guardare i neonati al di là del vetro.
Questa è una delle ragioni. Ora ve ne confido anche un’altra.
Nella biologia femminile esiste un aspetto meraviglioso ed è il seguente: l’ovulo che ci fa nascere è sempre stato dentro nostra madre, quando era bambina, quando era adolescente e giovane donna. Inoltre già c’era quando nostra madre era a sua volta nella pancia di nostra nonna e viveva la gravidanza. Capite la potenza transgenerazionale? Ecco, io sono ostetrica anche per questo motivo. Sono stata all’interno di corpi femminili, come una matrioska, che hanno vissuto molte esperienze negative in quanto donne, molte esperienze che hanno avuto a che fare con la sessualità, la riproduzione, il femminismo, la lotta per i diritti riproduttivi delle donne, la lotta per i diritti di salute delle donne. Ecco l’ovulo da cui sono nata, ha vissuto tutto questo e, che ci crediate o meno, la spinta a fare questo lavoro è una spinta antica perchè transgenerazionale, potente perché frutto di lotte per le donne.

 

l’ostetrica che è anche madre

Nel 2014 entra nella mia vita Alice, la mia prima bimba: forte come una guerriera decide di farmi diventare madre.
Nel 2019 arriva Anita, precisa e puntuale e così divento mamma per la seconda volta.
L’esperienza della maternità sicuramente mi sta segnando, come è ovvio, mi permette di sperimentare e vivere ciò che so nella teoria: la gravidanza, il travaglio, il parto, l’allattamento, la cura, la vita da mamma di due bambine, io che sono figlia unica.
La parte che considero davvero entusiasmante e altresì stancante è quella educativa: le mie bimbe hanno risvegliato in me una forte curiosità verso la pedagogia attiva e i “metodi” educativi, uno su tutti, quello montessoriano.
Mi hanno fatto capire quanto è importante mettersi sempre, fin dall’origine della vita, dal punto di vista dei bambini e delle bambine, quanto i loro bisogni possano essere guida per il nostro agire come genitori e anche come ostetrica.

OLTRE LA GRAVIDANZA E LA NASCITA, L’OSTETRICA SI OCCUPA DI SALUTE FEMMINILE

Nel 2017, partendo da un bisogno personale di salute, decido di approcciare, come donna, la Tecnica di massaggio addominale Arvigo®. Applicando il Self Care, massaggio di autocura, pilastro portante della tecnica, mi rendo conto della potenza di questo strumento che decido di fare mio con la successiva formazione professionale. Da allora, partendo da me stessa, è stata una continua scoperta e un continuo studio per approfondire la salute femminile legata al ciclo mestruale, alle mestruazioni, alla ciclicità femminile: un cocktail di ormoni, neuroscienza, trasformazioni corporee, risvolti emotivi e psicologici, conoscenze popolari ed evidenze scientifiche. Ecco dunque, sono andata al di là dell’immaginario collettivo che vede l’ostetrica come professionista sanitario del travaglio e del parto. Sono un’ostetrica delle donne, tutte, dalla prima mestruazione all’ultima perché credo fortemente che far conoscere ad una donna la propria ciclicità, e dunque potenzialità, sia un atto così semplice ma al pari così potente da poter rivoluzionare l’immagine stessa che la donna ha di sé e del proprio corpo. Credo che tutte noi dovremmo concederci questa opportunità.

FORMAZIONE

laurea

Mi sono laureata alla facoltà di Ostetricia presso l’Università degli studi di Padova nel 2012, un titolo sul curriculum ma ben lontana dal sentirmi ostetrica.
Non ero la professionista che volevo, ero esclusivamente dedita alla routine e alla tecnica, senza il dovuto contatto con le pazienti.
Mi sentivo manchevole di qualcosa. Mi avevano insegnato a fare l’ostetrica, non ad esserlo. Sapevo esserci qualcosa di più, come avevo visto fare e sperimentato in terre lontane durante il progetto Erasmus.

progetto erasmus in finlandia

L’esperienza del progetto Erasmus in Finlandia durante l’università, a Oulu, 150km dal circolo polare artico, mi aveva aperto gli occhi su un tipo di assistenza alla donna differente.
Lì, ultimo baluardo prima del grande nord, avevo capito realmente cosa vuol dire “autonomia dell’ostetrica” nella gestione non solo dell’evento nascita ma anche, e soprattutto, di tutto il percorso della maternità all’interno dal reparto di ostetricia, alla sala parto e al reparto dedicato al dopo nascita.
Lì, dove la figura professionale dell’ostetrica è l’unico punto di riferimento per la salute materno-infantile e dove i medici sono concentrati a curare la malattia.
Ho capito che il mio lavoro poteva essere fatto molto diversamente da come mi avevano insegnato.

Specializzazione presso la scuola di arte ostetrica di firenze

Forte di queste convinzioni, mi sono specializzata presso la Scuola Elementale di Arte Ostetrica di Firenze, dove ho appreso i reali strumenti dell’ostetrica: l’ascolto, le mani, l’intuizione e le evidenze scientifiche.
Lì sono morta come studentessa e rinata come ostetrica, decidendo anche di diventare ostetrica libera professionista, così da potermi occupare delle mie pazienti durante gli incontri a domicilio e in studio, aiutandole ad affrontare la gravidanza, il travaglio ed il puerperio con maggiore serenità, vedendo risposti i propri dubbi.
Un momento per venire ascoltate, accolte, in un processo assistenziale che crea salute perché parte dall’unicità dell’individuo, evidenzia le risorse fisiche, emotive e psicologiche presenti per far fronte agli eventi. Genera empowerment. Rafforza. Include. Crea relazione.
Amo stare a contatto con le donne e le loro storie, amo prendermi cura di loro, essere per loro occasione di confronto e ascolto, amo i bambini e le bambine rispettati fin dal loro essere celati e portati dalle loro madri, amo i neonati così vulnerabili eppure così complessi e perfetti, amo la potenza dell’essere femmina.
Amo la macchina della natura che porta al concepimento, al nutrimento di una nuova vita dentro la vita, al parto, all’allattamento e al crearsi di quel legame, tutto particolare, tra un figlio e la propria madre.

Curriculum e aggiornamento professionale

Negli anni questa risposta è cambiata, a mano a mano che scoprivo parti del mio essere grazie a tutte le esperienze di lavoro personale che ho fatto.
Qualche anno fa pensavo di essere diventata ostetrica perché mia madre, in occasione delle visite in ospedale a parenti malati, mi faceva visitare sempre il reparto del nido dove ci perdevamo a guardare i neonati al di là del vetro.
Questa è una delle ragioni. Ora ve ne confido anche un’altra.
Nella biologia femminile esiste un aspetto meraviglioso ed è il seguente: l’ovulo che ci fa nascere è sempre stato dentro nostra madre, quando era bambina, quando era adolescente e giovane donna. Inoltre già c’era quando nostra madre era a sua volta nella pancia di nostra nonna e viveva la gravidanza. Capite la potenza transgenerazionale? Ecco, io sono ostetrica anche per questo motivo. Sono stata all’interno di corpi femminili, come una matrioska, che hanno vissuto molte esperienze negative in quanto donne, molte esperienze che hanno avuto a che fare con la sessualità, la riproduzione, il femminismo, la lotta per i diritti riproduttivi delle donne, la lotta per i diritti di salute delle donne. Ecco l’ovulo da cui sono nata, ha vissuto tutto questo e, che ci crediate o meno, la spinta a fare questo lavoro è una spinta antica perchè transgenerazionale, potente perché frutto di lotte per le donne.

 

l’ostetrica che è anche madre

Nel 2014 entra nella mia vita Alice, la mia prima bimba: forte come una guerriera decide di farmi diventare madre.
Nel 2019 arriva Anita, precisa e puntuale e così divento mamma per la seconda volta.
L’esperienza della maternità sicuramente mi sta segnando, come è ovvio, mi permette di sperimentare e vivere ciò che so nella teoria: la gravidanza, il travaglio, il parto, l’allattamento, la cura, la vita da mamma di due bambine, io che sono figlia unica.
La parte che considero davvero entusiasmante e altresì stancante è quella educativa: le mie bimbe hanno risvegliato in me una forte curiosità verso la pedagogia attiva e i “metodi” educativi, uno su tutti, quello montessoriano.
Mi hanno fatto capire quanto è importante mettersi sempre, fin dall’origine della vita, dal punto di vista dei bambini e delle bambine, quanto i loro bisogni possano essere guida per il nostro agire come genitori e anche come ostetrica.

OLTRE LA GRAVIDANZA E LA NASCITA, L’OSTETRICA SI OCCUPA DI SALUTE FEMMINILE

Nel 2017, partendo da un bisogno personale di salute, decido di approcciare, come donna, la Tecnica di massaggio addominale Arvigo®. Applicando il Self Care, massaggio di autocura, pilastro portante della tecnica, mi rendo conto della potenza di questo strumento che decido di fare mio con la successiva formazione professionale. Da allora, partendo da me stessa, è stata una continua scoperta e un continuo studio per approfondire la salute femminile legata al ciclo mestruale, alle mestruazioni, alla ciclicità femminile: un cocktail di ormoni, neuroscienza, trasformazioni corporee, risvolti emotivi e psicologici, conoscenze popolari ed evidenze scientifiche. Ecco dunque, sono andata al di là dell’immaginario collettivo che vede l’ostetrica come professionista sanitario del travaglio e del parto. Sono un’ostetrica delle donne, tutte, dalla prima mestruazione all’ultima perché credo fortemente che far conoscere ad una donna la propria ciclicità, e dunque potenzialità, sia un atto così semplice ma al pari così potente da poter rivoluzionare l’immagine stessa che la donna ha di sé e del proprio corpo. Credo che tutte noi dovremmo concederci questa opportunità.

laurea

Mi sono laureata alla facoltà di Ostetricia presso l’Università degli studi di Padova nel 2012, un titolo sul curriculum ma ben lontana dal sentirmi ostetrica.
Non ero la professionista che volevo, ero esclusivamente dedita alla routine e alla tecnica, senza il dovuto contatto con le pazienti.
Mi sentivo manchevole di qualcosa. Mi avevano insegnato a fare l’ostetrica, non ad esserlo. Sapevo esserci qualcosa di più, come avevo visto fare e sperimentato in terre lontane durante il progetto Erasmus.

progetto erasmus in finlandia

L’esperienza del progetto Erasmus in Finlandia durante l’università, a Oulu, 150km dal circolo polare artico, mi aveva aperto gli occhi su un tipo di assistenza alla donna differente.
Lì, ultimo baluardo prima del grande nord, avevo capito realmente cosa vuol dire “autonomia dell’ostetrica” nella gestione non solo dell’evento nascita ma anche, e soprattutto, di tutto il percorso della maternità all’interno dal reparto di ostetricia, alla sala parto e al reparto dedicato al dopo nascita.
Lì, dove la figura professionale dell’ostetrica è l’unico punto di riferimento per la salute materno-infantile e dove i medici sono concentrati a curare la malattia.
Ho capito che il mio lavoro poteva essere fatto molto diversamente da come mi avevano insegnato.

Specializzazione presso la scuola di arte ostetrica di firenze

Forte di queste convinzioni, mi sono specializzata presso la Scuola Elementale di Arte Ostetrica di Firenze, dove ho appreso i reali strumenti dell’ostetrica: l’ascolto, le mani, l’intuizione e le evidenze scientifiche.
Lì sono morta come studentessa e rinata come ostetrica, decidendo anche di diventare ostetrica libera professionista, così da potermi occupare delle mie pazienti durante gli incontri a domicilio e in studio, aiutandole ad affrontare la gravidanza, il travaglio ed il puerperio con maggiore serenità, vedendo risposti i propri dubbi.
Un momento per venire ascoltate, accolte, in un processo assistenziale che crea salute perché parte dall’unicità dell’individuo, evidenzia le risorse fisiche, emotive e psicologiche presenti per far fronte agli eventi. Genera empowerment. Rafforza. Include. Crea relazione.
Amo stare a contatto con le donne e le loro storie, amo prendermi cura di loro, essere per loro occasione di confronto e ascolto, amo i bambini e le bambine rispettati fin dal loro essere celati e portati dalle loro madri, amo i neonati così vulnerabili eppure così complessi e perfetti, amo la potenza dell’essere femmina.
Amo la macchina della natura che porta al concepimento, al nutrimento di una nuova vita dentro la vita, al parto, all’allattamento e al crearsi di quel legame, tutto particolare, tra un figlio e la propria madre.

L’EDUCAZIONE ALLA SESSUALITA’

Se si uniscono la passione per l’educazione e quella per le tematiche femminili con la mia storia personale, il connubio perfetto dà origine a una forte passione: quella per l’educazione alla sessualità. E’ una tenace mission personale, dove si unisce studio, ricerca e la determinazione a cambiare, nel mio piccolo, le cose.
Da diversi anni, mi occupo di questo tema con i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi. Li raggiungo direttamente a scuola, tra i banchi, tra la loro routine e confusione. E’ un’opera certosina di decostruzione di stereotipi, tabù, falsi miti (breve spoiler: l’imene non si rompe e le dimensioni non contano), ìmpari perchè il tempo, per questi progetti, è sempre troppo poco.
Educare alla sessualità non è solo educare al sesso: è parlare di emozioni, di ascolto di sè e dell’altro, consenso, limiti, relazioni con sè e gli altri, piacere, gioco, anatomia, fisiologia del corpo, ormoni, contraccezione, salute, prevenzione delle gravidanze, prevenzione delle malattie, prevenzione di abusi, diritti riproduttivi, aborto. E’ tanto.
E’ un’opera talmente mastodontica che non possiamo fare da soli, noi operatori sanitari che entrano a scuola.
Abbiamo bisogno di voi.
Si, proprio di te che sei arrivat* a leggere fino a qui.
Che tu sia una donna, un uomo, un genitore o un’educatrice beh, mi rivolgo anche a te. In questi ultimi anni, la mia opera di diffusione della cultura dell’educazione alla sessualità è rivolta anche a voi.
Mi occupo di formazione per adulti educanti, per spingervi a parlare di sessualità, in maniera onesta e sincera, sdoganando così tabù e liberando le generazioni future dalla macchia della vergogna e dell’imbarazzo.

Vorrei creare una comunità educante su questo tema e ho bisogno anche di te.